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DONNE E MOTORI: BASTA STEREOTIPI

INVENZIONI AL FEMMINILE

Alla creatività e all’impegno scientifico di molte donne va il merito di alcune delle più importanti invenzioni, in particolare sul tema della sicurezza, del settore automotive.

Vediamo le più rivoluzionarie…

Margaret A. Wilcox, nel 1893, creò un sistema per direzionare l’aria calda proveniente dal motore all’interno dell’auto. Brevettò così il primo sistema di riscaldamento della storia.

Mary Anderson, nella New York di inizio 900, ha inventato i tergicristalli: uno strumento in gomma azionato dal guidatore per mezzo di una leva. Detenne il brevetto per 17 anni, provò a venderlo ma con scarsi risultati. Dopo di lei, Charlotte Bridgwood (nel 1917) inventò il tergicristallo automatico.

Florence Lawrence, proprietaria di un’auto (fatto raro nel 1913), usò la sua esperienza al volante come ispirazione per gli indicatori di direzione e la segnalazione di stop: era difficile conoscere le intenzioni di svolta o di frenata degli altri automobilisti, questo aumentava il rischio di tamponamenti, così propose di installare un braccio meccanico che si azionava prima di ogni svolta e una luce che si accendeva quando il veicolo si fermava. Purtroppo non fu Florence a brevettare queste invenzioni.

June McCarroll, dopo aver rischiato la vita in un incidente a causa di un camion che invase il suo lato della carreggiata, avanzò la proposta di dipingere una linea di demarcazione delle corsie. Le autorità locali la ignorarono, ma - grazie all’aiuto di un’associazione femminile - riuscì a dividere con la vernice un tratto di strada della sua città e, nel 1924, la sua linea di mezzeria divenne legge. Quella stessa linea, oggi, divide tutte le strade del mondo.

Dorothy Levitt fu l’autrice di un saggio in cui, tra le altre cose, consigliava alle automobiliste di portare con sé uno specchietto per guardare “cosa stesse accadendo dietro”: Il primo esempio di specchietto retrovisore. Invenzione che però non le è stata riconosciuta e che è diventata fondamentale. 

Hedy Lamarr, durante la Seconda Guerra Mondiale, decide di applicare le sue conoscenze di ingegneria proponendo diverse tecnologie con applicazione bellica: i suoi studi sono alla base dell’attuale GPS.

Auto e motori sono solo una questione da uomini? Decisamente no.

DONNE: VIAGGI ON THE ROAD, CORSE E RALLY

Il mondo dei motori è maschile, ma l’automobile è femminile. A dimostrarlo tante avventuriere e pilote! 

Bertha Benz (moglie dell’inventore Karl Benz, considerato l’inventore dell’auto) è stata la prima donna ad aver guidato un’auto - la prima auto - e nel 1888 percorse circa 100km insieme ai quattro figli per raggiungere la madre. Anne D’Usez intorno al 1920 fonderà il primo club automobilistico femminile di Francia. Alice Huyler Ramsey, agli inizi del 900, fu la prima donna ad attraversare gli Stati Uniti coast to coast in automobile, da New York a San Francisco. Clärenore Stinnes nel 1927 intraprese il primo giro del mondo in auto, su una Adler Standard 6, durato 25 mesi. 

Nell’Inghilterra del 900, si affermarono le chauffeur, tassiste professioniste… 
L’immaginario collettivo le voleva accomodate sul sedile accanto, loro si sono conquistate la libertà al posto di guida! Anche nel motorismo sportivo, ci sono state e ci sono donne capaci e veloci su pista e in fuoristrada

Un’antesignana nelle competizioni al femminile è stata Hellé Nice, che ha gareggiato fra il 1928 e il 1939. Una delle migliori guidatrici di auto da corsa del suo tempo e nota con il soprannome The Bugatti QueenKathleen Code “Kay” Petre stabilì, nel 1935, un record di velocità sul circuito di Brooklands a 216,859 km/h, al volante di una Delage V12 da 10,5 litri di cilindrata. Denise McCluggage dal giornalismo sportivo trasferì la sua passione alle gare e nel 1961 conquistò il primo posto con una Ferrari 250 nella 12 Ore di Sebring nella categoria GT. Nel 1961, Pat Moss, pilota di grande successo, ha guadagnato la vittoria a bordo di una Ferrari 250 nella 12 Ore di Sebring nella categoria GT. Da allora ha collezionato tre vittorie e sette podi nei palcoscenici internazionali, guadagnandosi la corona di campionessa europea di rally femminile cinque volte, dal 1958 al 1964.

Maria Grazia Lombardi, più nota come “Lella”, è stata l’unica donna ad aver terminato una gara di Formula Uno in zona punti.
Michèle Mouton ha iniziato come copilota per poi andare al volante. Nel 1975 vinse la classe prototipi due litri alla 24 Ore di Le Mans e l’anno successivo vinse il Tour de France Automobile prima di passare agli sterrati. Nel 1981 Audi Sport la ingaggia e nello stesso anno vince il Rally di Sanremo. Ha collezionato vittorie in Brasile, Grecia e Portogallo ed è salita sul gradino più alto del podio alla mitica gara americana della Pikes Peak International Hill Climb nel 1985. 

In onore dell'ex rivale Henri Toivonen, deceduto nel Rally di Corsica del 1986, ha promosso la Race of Champions. Nel 2010 è diventata la prima presidente della Commissione FIA Women & Motor Sport e poi ha assunto la gestione del Campionato del mondo di rally della FIA. Jutta Kleinschmidt dopo gli studi ha iniziato a lavorare presso la BMW. La sua prima competizione è stata il Rally dei Faraoni in Egitto, nel 1987, su una motocicletta. In seguito, ha partecipato tra il 1988, 1992 e 1994 alla Parigi-Dakar, correndo con una moto BMW bicilindrica. 

Come loro, tante altre donne hanno superato pregiudizi e stereotipi dimostrando la loro bravura un chilometro alla volta.

gentilezza e sicurezza alla guida non hanno genere

DONNE AL VOLANTE IN PERICOLO COSTANTE

Secondo uno studio condotto dal Vias Institute, 2 conducenti su 3 che ricevono una multa dopo aver commesso un’infrazione stradale sono uomini, così come 3 condannati su 4 per reati stradali sono di genere maschile.

Gli incidenti causati da una donna al volante comportano la metà del tasso di mortalità rispetto agli incidenti provocati da un guidatore uomo (10 decessi ogni 1.000 lesioni per incidenti causati da una guidatrice, 19 ogni 1.000 quelli causati da un uomo al volante). Tra i vari motivi legati alla causa di un incidente, quello legato all’uso dell’alcol da parte degli uomini è superiore di ben 4 volte rispetto alle donne. 

Nelle analisi effettuate dopo un incidente solo il 5 per cento delle donne che guidavano avevano superato il limite imposto dalla legge, mentre la percentuale legata al mondo maschile si attesta all’11 per cento.

Uno studio condotto nel Regno Unito (ispirato dal libro-inchiesta Invisible Women di Caroline Criado Perez), ha confrontato le differenze di sesso nei modelli di lesioni e la probabilità di rimanere intrappolati dopo una collisione e ha evidenziato come le donne abbiano maggiori probabilità di essere gravemente ferite in incidenti stradali perché i manichini usati per i crash test sono stati modellati sul maschio medio.

La parità non consiste nel considerare uomini e donne come uguali dal punto di vista fisico, ma nell’avere pari opportunità dando il giusto valore alle differenze di questi due sessi.

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